Soldi per riparare le buche? Un altro no dal ministero Dall’Economia nessuna apertura. Il nodo dei fondi mai spesi I segnali del ministero dell’Economia sono negativi, i 180 milioni di euro «promessi» dal governo al Campidoglio per rimettere a posto le strade bucate della Capitale sono scomparsi con un tratto di penna e non ricompariranno nel testo della legge di Bilancio. Raggi si è sfogata contro il ministro Giovanni Tria accusandolo di «fare un torto ai romani», poi ha lanciato un appello alla «coesione» che è sembrata una richiesta d’aiuto rivolta al premier Giuseppe Conte, e ai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. A chi, cioè, negli ultimi mesi si è impegnato con lei fornendo garanzie di attenzione sul problema delle buche, non a caso la prima questione sulla quale chiese una risposta pratica Beppe Grillo due anni fa. Ma il grido di Raggi pare essere caduto nel vuoto: il Mef non ci ripensa, il «no» di Tria resta «no». E al Campidoglio è stato fatta notare la montagna di milioni a disposizione ma mai spesi (oltre 500 nel 2017), come a sottolineare la stasi di una macchina inceppata. E anche la via del ritomo dei 180 milioni appena cassati dalla manovra attraverso un emendamento M5S, sembra sbarrata. Mancano le coperture, su questo Tria anche ieri sarebbe stato chiaro, perché le risorse sono impegnate per coprire reddito di cittadinanza e pensioni. Il problema, quindi, è doppio. C’è la questione economica, rilevante visto che il Comune attendeva il contributo del governo per frenare, almeno sotto il profilo delle buche stradali, la caduta libera della città. E c’è il caso politico, con una manovra di Bilancio scritta dal governo «amico» MgS-Lega che, evidentemente, non considera prioritaria la Capitale nonostante i reiterati appelli della sindaca. Che trova una sponda inattesa e «provocatoria» nel Pd: «Proporrò a tutti i parlamentari romani di presentare un emendamento per riavere 180 milioni», ha detto il deputato dem Claudio Mancini prima di specificare che i fondi «dovranno essere gestiti da un commissario dopo le dimissioni di Raggi». L’eventualità è legata alla sentenza del processo nomine che vende coinvolta la sindaca (sentenza il io novembre). E anche i parlamentari MgS attendono il passaggio prima di tentare la strada dell’emendamento che serve a far arrivare i soldi che servono alle strade di Roma, owero il piano  con cui il Movimento è riuscito a domare l’arrabbiatura del Comune. In ogni caso il Comune si trova costretto ad arrangiarsi con quello che ha in cassa. «Centoquaranta milioni», spiegano dal Campidoglio per quantificare il gruzzolo stanziato per le manutenzioni. «Molto meno», correggono informalmente dagli uffici capitolini, dato che molte opere messe a bilancio – come la quota «comunale» del Ponte dei Congressi: 25 milioni – sono state definanziate per recuperare lo stanziamento e dirottarlo su altri interventi. Raggi, comunque, prova a dare segnali di tenuta anche se il colpo (politico, soprattutto) è stato forte. «Voglio mostrarvi le immagini dei lavori che abbiamo avviato su via Nomentana – il post Facebook della sindaca -. Marciapiedi più alti e larghi rispetto al passato, pro tetti da strutture parapedonali e dotati di scivoli per i diversamente abili». E intanto, dal 18 novembre, tornano le domeniche ecologiche: la giunta ha deciso lo stop nella Ztl «Fascia verde» (7.30-12.30 e 16.3020.30) ai veicoli con motore endotermico e diesel Euro 6. Le domeniche senza auto sono cinque e servono per «prevenire e contenere l’inquinamento atmosferico», scrive il Comune. E, almeno per un giorno, ad evitare che le buche siano protagoniste.
Articolo tratto dal Corriere della Sera – Edizione di Roma – del 3 ottobre 2018